In questo periodo in cui mi sto (ri)scoprendo mi sento in equilibrio abbastanza instabile, e non so se questa instabilità è destinata a diminuire col passare del tempo, con il comprendermi sempre meglio e con le scelte che farò nei prossimi mesi. Vorrei potermi sentire più forte, senza dubbi e senza timori, ma non so nemmeno se questo sia possibile o se una certa dose di dubbi e timori sia dopotutto fisiologica e l'unica cosa da fare al riguardo sia imparare a gestirla. Ho voglia di fare, di uscire, di camminare, di vedere, di sentire, ma allo stesso tempo so che una volta "là fuori" ben presto potrei avere voglia di tornare, di stare da sola, di rilassarmi a modo mio. Mi sento in bilico tra il desiderio di conoscere persone nuove e la paura di essere ferita, di essere ingannata, di non trovare nessuno di affine a me, ed essendo consapevole di quanta energia mi richiedono le interazioni sociali mi chiedo se vale veramente la pena spenderla nella ricerca di qualcosa che magari nemmeno c'è (cioè nuove conoscenze di spessore, persone da aggiungere alla lista degli amici che contano davvero, non semplici comparse). Sono altresì in bilico tra la voglia di mostrare la mia vera essenza, con tutto quello che comporta nel bene e nel male - intelligenza, sensibilità, fragilità, ecc - e il timore di non essere compresa, come spesso succede con la maggior parte delle persone che mi circondano. Sono io che sbaglio qualcosa o sono gli altri ad essere sbagliati per me? E in questo secondo caso, dove li trovo gli "altri" giusti per me? Dei vari e diversi ambienti che ho frequentano nel corso degli anni (università, palestra, montagna, compagnia di amici, ambienti di volontariato) sono relativamente poche le persone con cui sono riuscita ad entrare davvero in contatto e con cui si è creato qualcosa di concreto e importante. Di nuovo, perchè? Dipende solo da me? In che percentuale dipende da me e in che percentuale dipende dagli altri?
Devo trovare la giusta proporzione tra il dare e il ricevere, e devo anche trovare la ricetta migliore possibile su cosa e quanto dare e su cosa e quanto chiedere in ritorno, e questo non è per niente facile per me, abituata a fare da sola, a non chiedere, ad arrangiarmi, a risolvere tutto per conto mio, a fare affidamento solo su me stessa. Ho paura di appoggiarmi a qualcuno, e che poi questo qualcuno si sposti di scatto lasciandomi cadere rovinosamente a terra...eppure non posso passare la vita intera facendomi condizionare da questa paura...
Sì insomma, la mia strada non mi sembra la più facile del mondo. Ma credo di stare procedendo con i finestrini spalancati per far entrare l'aria, lasciare che mi spettini i capelli, che mi porti gli odori dei luoghi che attraverso, il calore del sole (o le gocce di pioggia del temporale), potrebbe pure arrivare qualche insetto a pungermi o qualche schifezzina portata dal vento potrebbe finirmi negli occhi e farmi lacrimare...è l'estate, dopo la primavera con gli acquazzoni e il cielo incerto e gli sbalzi repentini di temperatura c'è proprio l'estate. E in estate le pozzanghere si asciugano in fretta...
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