Le più recenti teorie sullo sviluppo psico-emotivo dei neonati suggeriscono ai genitori di assecondare il più possibile i bisogni e le richieste dei propri figli nei primi mesi, che si tratti di tenerli in braccio, di allattarli quando lo richiedono, di farli dormire nel lettone, di evitare di farli piangere a lungo inutilmente, di coccolarli il più possibile, eccetera. In questo modo il neonato si sente al sicuro, amato ed accolto, cresce con la consapevolezza che i suoi bisogni verranno soddisfatti e i suoi problemi verranno affrontati e che ci sarà sempre qualcuno al suo fianco su cui può contare, acquisisce fiducia in se stesso e nei genitori, e quindi anche nel mondo. I bambini trattati in questo modo diventano più sereni ed equilibrati, più sicuri di se stessi e più indipendenti.
Leggendo pagine di racconti di genitori che hanno seguito questa strada e che si trovano con bimbi meravigliosi e felici, ho istintivamente pensato che tutto dev'essere nato da lì. I miei mi raccontano che nel primo anno di vita ho passato tutte le notti, senza nessuna eccezione, piangendo disperata, e loro non riuscivano a calmarmi in nessun modo. Evitavano accuratamente di prendermi in braccio o di mettermi a dormire nel lettone con loro, all'epoca queste due cose erano considerate vizi terribili da evitare assolutamente! E così per mesi, notte dopo notte, sono stata lasciata da sola nel mio lettino a piangere e piangere e piangere. Magari sarebbe bastato prendermi in braccio fino a farmi addormentare, o meglio ancora tenermi nel lettone, per assicurarmi notti tranquille...Forse da questo dipende tutto quello che è seguito, la mia mente durante le prime fasi della sua formazione ha dovuto fare i conti con questa realtà di bisogni emotivi non soddisfatti, di solitudine, di angoscia non presa in considerazione, di lacrime ignorate costantemente, e forse per questo si è convinta che da fuori, dal mondo esterno, dagli altri, genitori compresi, non sarebbe mai arrivato niente di utile, nessun conforto, nessuna coccola, nessun gesto di affetto e di sostegno. Forse è stato in quei momenti che ho perso la fiducia nel mondo e nelle persone e che ho imparato ad arrangiarmi, a non avere bisogno di nessuno, a non chiedere, a non desiderare...Dio mio com'è difficile uscire da questa situazione così vecchia! Se solo i genitori si rendessero conto di quanto le loro azioni influenzano i figli...
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