mercoledì 18 agosto 2010

genitori e figli

Le più recenti teorie sullo sviluppo psico-emotivo dei neonati suggeriscono ai genitori di assecondare il più possibile i bisogni e le richieste dei propri figli nei primi mesi, che si tratti di tenerli in braccio, di allattarli quando lo richiedono, di farli dormire nel lettone, di evitare di farli piangere a lungo inutilmente, di coccolarli il più possibile, eccetera. In questo modo il neonato si sente al sicuro, amato ed accolto, cresce con la consapevolezza che i suoi bisogni verranno soddisfatti e i suoi problemi verranno affrontati e che ci sarà sempre qualcuno al suo fianco su cui può contare, acquisisce fiducia in se stesso e nei genitori, e quindi anche nel mondo. I bambini trattati in questo modo diventano più sereni ed equilibrati, più sicuri di se stessi e più indipendenti.

Leggendo pagine di racconti di genitori che hanno seguito questa strada e che si trovano con bimbi meravigliosi e felici, ho istintivamente pensato che tutto dev'essere nato da lì. I miei mi raccontano che nel primo anno di vita ho passato tutte le notti, senza nessuna eccezione, piangendo disperata, e loro non riuscivano a calmarmi in nessun modo. Evitavano accuratamente di prendermi in braccio o di mettermi a dormire nel lettone con loro, all'epoca queste due cose erano considerate vizi terribili da evitare assolutamente! E così per mesi, notte dopo notte, sono stata lasciata da sola nel mio lettino a piangere e piangere e piangere. Magari sarebbe bastato prendermi in braccio fino a farmi addormentare, o meglio ancora tenermi nel lettone, per assicurarmi notti tranquille...Forse da questo dipende tutto quello che è seguito, la mia mente durante le prime fasi della sua formazione ha dovuto fare i conti con questa realtà di bisogni emotivi non soddisfatti, di solitudine, di angoscia non presa in considerazione, di lacrime ignorate costantemente, e forse per questo si è convinta che da fuori, dal mondo esterno, dagli altri, genitori compresi, non sarebbe mai arrivato niente di utile, nessun conforto, nessuna coccola, nessun gesto di affetto e di sostegno. Forse è stato in quei momenti che ho perso la fiducia nel mondo e nelle persone e che ho imparato ad arrangiarmi, a non avere bisogno di nessuno, a non chiedere, a non desiderare...Dio mio com'è difficile uscire da questa situazione così vecchia! Se solo i genitori si rendessero conto di quanto le loro azioni influenzano i figli...

mercoledì 21 luglio 2010

questo era ed è parte di me

"Com'è che si diventa invidiosi? Il problema nasce, come spesso succede, nell'infanzia e nella relazione affettiva con i genitori. A rischio è il bambino che non riceve un giusto sostegno affettivo e soprattutto quello cui non arriva un adeguato riconoscimento del sè: in parole povere, tutti quegli apprezzamenti che gli fanno capire che è benvoluto, amato, importante e speciale agli occhi di mamma e papà.

Un bambino al quale è mancato tutto questo spesso diventa un bambino "bravo": si adatta, cioè, a una serie di regole, date dalla famiglia o inventate da lui stesso, che dovrebbero garantirgli l'amore dei genitori, ma che di fatto uccidono i suoi slanci, la sua spontaneità, la libertà del suo agire. E molto spesso sortiscono l'effetto contrario: tante volte i genitori finiscono per preferire un fratellino più spontaneo piuttosto che il bravo figlioletto perfettino, studioso e obbediente, cui non resta che rodersi e chiedersi perchè non ha il premio cui avrebbe diritto. Il problema può anche peggiorare quando i genitori sono indifferenti e distanti.

In qualche modo l'invidioso adulto non esce da questa dinamica. E' come se vivesse ancora nel mondo dei genitori e dipendesse da qualcuno in grado di notare i suoi sforzi e premiarli."



Queste riflessioni descrivono alla perfezione quello che ho passato da piccola e le conseguenze che pago ancora adesso. Forse prenderne coscienza è già un passo verso il superamento, o almeno lo spero...


domenica 16 maggio 2010

troppo

Penso troppo in fretta, e ho troppo tempo per pensare. Brutta combinazione.
La mia vita è una collezione di "troppo". Troppo trascurata, troppo sola, troppo precoce, troppo seria, troppo riflessiva, troppo sensibile, troppo esigente (dal punto di vista emotivo), troppo introversa. Parlo troppo in fretta, vorrei sperimentare troppe emozioni e situazioni ma vivo in una realtà troppo limitata. Ho troppe ambizioni e troppi pochi mezzi per realizzarmi. Sono troppo sincera ed emotiva, e troppo poco stronza ed egoista. Mi affeziono troppo alle persone, e mi fido troppo di chi non lo merita. Per finire, fa troppo freddo per essere a metà maggio e ho troppa voglia di caldo e di sole!

venerdì 14 maggio 2010

posso trasferirmi in un altro mondo?

Cazzo!! Detesto le persone bugiarde e ipocrite, che cambiano versione - di qualsiasi cosa si tratti - a seconda delle circostanze e della gente con cui sono e del vantaggio che possono ricavarne! Detesto quelli che fanno finta di andare d'accordo con tutti e chiacchierano amabilmente e ridono con qualcuno per poi sputtanarlo alle spalle appena se ne va!! Odio quelli che inventano scuse ridicole e palesemente finte perchè non hanno il coraggio di dire la verità!! Odio quelli che si fanno sentire solo se e quando hanno bisogno di qualcosa, e poi si dimenticano subito di te!
Cazzo...il 90 % della gente che conosco è così...rimango l'unica ingenua, che pensa sempre esattamente quello che dice, che vorrebbe poter sempre dire quello che pensa, che non sa inventare balle clamorose, che non riesce a fingere e mentire e fare sorrisi falsi! Decisamente sono inadatta per questo mondo, e questa cosa l'ho capita quando ero ancora piccola e mi rendevo conto che non ero come gli altri...

Un giorno mi stancherò di tutto questo, e non mi fiderò più di nessuno.


Questo mondo mi fa schifo.

venerdì 2 aprile 2010

per fortuna che c'è lui!

Non ho sonno, ne approfitto per postare una foto di Pulce, l'unico che c'è sempre quando ne ho bisogno, che mi consola quando piango, che sa farmi tornare il sorriso e il buonumore, che mi vuole bene sempre e comunque.


giovedì 11 marzo 2010

arma a doppio taglio

Sono intelligente, ne sono consapevole e non mi vergogno a dirlo.
Ma questa intelligenza forse mi ha causato più problemi che benefici. Associata all'intelligenza c'è una sensibilità fin troppo spiccata e singolare, che mi permette di cogliere mille sfumature che ai più sfuggono, che mi fa sentire le cose, tutte le cose, in modo anche troppo intenso, a volte sono sopraffatta da un sovraccarico sensoriale di emozioni, domande, ricordi, scatenati da una canzone o un odore o un colore particolare o un raggio di sole o una foto o un rumore. Mi perdo dentro me stessa, nessuno mi ha insegnato a trovare la strada tra le mie sensazioni.
Associato all'intelligenza c'è anche un fortissimo desiderio/bisogno di conoscere, scoprire, sapere, capire che non sempre nel passato è stato appagato, lasciando un senso di vuoto e di incompletezza, di insoddisfazione, che persiste ancora adesso.
Capisco i sentimenti degli altri, intuisco quello che sta per succedere, trovo risposte che nessuno vede, ho il cervello costantemente invaso da domande che hanno senso solo per me... Spesso preferirei essere una persona normale, meno intelligente ma anche meno sensibile e meno fragile. 

Finora posso dire che della mia intelligenza non me ne sono fatta granchè, se non c'è un ambiente adatto che possa permettere di coltivarla e farla fruttare, è quasi inutile averla...

giovedì 25 febbraio 2010

gesti invisibili

Sono stata ferita talmente tanto da piccola e le mie esigenze sono state talmente trascurate che adesso ho il terrore di ferire o trascurare le persone a cui tengo. Mi sento in dovere di preoccuparmi per loro, e sto attenta al massimo a quello che scrivo, quello che dico, quello che faccio, per evitare di farli stare male. Le poche volte che qualcuno ha sofferto per colpa mia, che fosse una cosa voluta o meno, mi sono sentita malissimo... Ho sempre mille attenzioni e mille riguardi nei loro confronti, ma loro non se ne accorgono quasi mai, non ci fanno caso, non sanno cosa c'è dietro i miei gesti e quindi non li vedono nemmeno. O forse, mentre a me sembrano gesti e comportamenti pieni di significato, per loro sono cose del tutto normali? Non avendole mai avute non so davvero quale sia la normalità...

Mi preoccupo sempre un po' troppo, per tutto e per tutti, ma lo faccio più che volentieri, è una specie di rivincita nei confronti del destino che per troppo tempo mi ha costretta a rinunciare al conforto e alla vicinanza di qualcuno.

Per me quello che conta è non creare dolore, di nessun tipo, alle persone a cui voglio bene, questo mi basta.

martedì 16 febbraio 2010

riflessioni

Bella fregatura nascere come sono io. Il bello è che non so esattamente come sono, dopo tutti questi anni di convivenza con me stessa devo ancora conoscermi e capirmi bene. Timida, permalosa e orgogliosa, sincera, pensatrice e sognatrice, capace di enormi gesti di generosità, regina dei malinconici, ipersensibile in tutti i sensi, estremamente intuitiva, amo smodatamente la musica, il vento, i gatti, nuotare, scalare montagne, le patatine fritte e la cioccolata...
Per me non è per niente facile stare al mondo. Spesso scherzando dico che un giorno mi trasferirò sulla luna, dove sicuramente si sta molto meglio. E poi io sono innamorata della luna, sarebbe la mia casa perfetta.

Va beh, in attesa del viaggio verso la luna ne voglio fare uno con me stessa e dentro me stessa. Vediamo dove mi porterà...