Da poco sono andata a vivere da sola, in un appartamento non lontando da dove lavoro (i 40 minuti di strada da fare due volte al giorno stavano diventando pesanti, soprattutto dopo le notti). Ho appena appena cominciato ad ambientarmi, il processo sarà ancora lungo, da introversa l'ambiente è di fondamentale importanza per il mio benessere e, se l'ambiente interno posso plasmarlo quasi a mio piacimento, quello esterno invece no e al momento è la cosa che mi fa soffrire di più. Mi manca la campagna, la vista che avevo dalla mia camera, mi manca il giardino e l'indipendenza della casa singola, il farsi una doccia a mezzanotte se ti va o ne hai bisogno, senza timore di disturbare gli inquilini del piano di sotto, il poter ascoltare la musica a tutto volume quando ne hai voglia...piccole cose ma significative.
Mi manca il mio gatto, mi manca da morire sentirlo accoccolarsi vicino a me quando le temperature calano, vederlo dormire acciambellato sul mio letto, chiamarlo quando torno dal lavoro e vederlo arrivare dopo 30 secondi, sentire le sue fusa e il suo profumo di gatto. Lui è rimasto a casa dei miei, è vecchio (14 anni!) e cieco, in quella vecchia casa ha tutti i suoi nascondigli, i suoi posti preferiti per dormire in base alla stagione, sa come muoversi anche ora che non ci vede, sposrtarlo sarebbe stata pura crudeltà. E poi qui in appartamento non posso tenere animali. Nonostante questo appartamento mi piaccia, sono determinata a trovarmi un'altra sistemazione che abbia i requisiti indispensabili al mio benessere psico-fisico: giardino, per quanto piccolo, o grande terrazzo, vista sulle montagne (ma anche sulle colline andrebbe bene, basta che non sia una vista solo su strade o caseggiati), possibilità di tenere animali. Non so come, ma devo e voglio trovare una casa in cui stare davvero bene e che non mi faccia rimpiangere la mia vecchia casa e la vita passata.
Al momento questa immagine (proveniente da qui) è quella che mi rappresenta meglio.
I'll be what I am
introversa, altamente sensibile, in viaggio per ritrovarmi. Perchè non voglio mai più fare a meno di me stessa
mercoledì 25 settembre 2019
solitude, for real
giovedì 18 ottobre 2018
interesting people
Questa sembra un po' cattivella ma è super veritiera. Non c'è niente come l'avere davanti una persona noiosa, insignificante, per far andare alle stelle la mia introversione. Ovvio che il trovare interessante o meno chi si ha davanti sia una cosa del tutto personale e soggettiva, ma se sono o sembro particolarmente silenziosa, riservata e "distante" forse non dipende sempre e solo dalla mia personalità...
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sabato 6 gennaio 2018
yes, this is me
Ogni tanto mi piace leggermi qualcosa su Introvert, Dear, sito che trovo molto stimolante e allo stesso tempo "rasserenante", ricco di spunti di riflessione. Mi rispecchio in molti degli articoli che il sito propone, in particolare quelli che parlano della personalità INFJ (come ho già avuto modo di spiegare in passato). Tovare certe mie caratteristiche descritte così bene da perfetti sconosciuti è un balsamo per l'anima, mi riconduce a fare pace con me stessa e con il mondo nei momenti in cui mi sento più in difficoltà e incompresa, mi ricorda una volta in più che là fuori, da qualche parte, c'è qualcuno che mi capisce, che pensa e "funziona" come me, che ha gli stessi problemi e prova gli stessi sentimenti (e mi piacerebbe anche incontrare qualcuna di queste persone che mi assomiglia e mi capisce, ma finchè non succede mi accontento di sapere che esiste qualche mio simile da qualche parte 😏)
L'ultimo articolo che ho letto è 8 Peculiar Traits of the INFJ Personality Type e come al solito mi ci rispecchio davvero molto, in particolare i primi 3 punti. Ammetto che fa una certa impressione vedere descritti così bene tratti della mia personalità alquanto complessi e difficili da comprendere. In queste frasi c'è il nocciolo di tutta l'inquietudine che provo quasi quotidianamente, del bisogno di guardare oltre, di cercare qualcosa di più nelle persone, nei luoghi, nelle cose che faccio, nelle mie conoscenze, nella mia incapacità di adattarmi alla mediocrità, al "meno peggio", alla superficialità...
1. All-or-nothing syndrome
[…] Love fiercely, or not at all; work 20 hours a day for days on end, or sit and procrastinate all weekend like it’s no one’s business. I cannot do middle of the road, at least not for any appreciable length of time. I’m not sure why. Could it be that we INFJs are simply wired to do things “with Passion or not at all”? Perhaps middle of the road feels like a stagnant approach to living? It seems bland, uneventful, uninspiring. […]
2. The inability to settle
[…] INFJs seem to be on an eternal quest to find an endeavor or field of work that gives us that feeling of contributing to the greater good, of helping others, or of creating a legacy. I often feel I am “burdened with glorious purpose,” to quote Loki, but have no clue what that purpose is, nor how to find it. So when settling into an occupation or project, if I’m not feeling it, I invariably move on. I would rather escape and look for something else than pursue something that doesn’t stir up any emotion within me and/or restricts my capacity for personal and spiritual growth. […]
3. Perfectionism
In my entrepreneurial endeavours, if something doesn’t go as planned, or if people let me down, then the initial passion for the project wanes. People or companies just don’t live up to my (albeit I admit, too high) expectations and disappointment sets in. And lo and behold, I move on to the next project. As this happens more and more, I feel it reflects badly on me. Going from project to project, vision to vision, but seemingly unable to realize those visions and in turn struggle to make a living. Wrong people, wrong time. Or is it my fault in the way I’m doing business? Granted, I can be too soft and naive (believing the best in people), which invariably sets me up for disappointment. But I’ve made a promise to myself to never get too negative in my outlook. Rather, I try to see the positive lesson I need to learn from those experiences.
Consiglio caldamente la lettura degli articoli di questo bel sito a chiunque sia interessato a capire un po' di più se stesso e gli altri, è un passatempo rilassante e illuminante.
L'ultimo articolo che ho letto è 8 Peculiar Traits of the INFJ Personality Type e come al solito mi ci rispecchio davvero molto, in particolare i primi 3 punti. Ammetto che fa una certa impressione vedere descritti così bene tratti della mia personalità alquanto complessi e difficili da comprendere. In queste frasi c'è il nocciolo di tutta l'inquietudine che provo quasi quotidianamente, del bisogno di guardare oltre, di cercare qualcosa di più nelle persone, nei luoghi, nelle cose che faccio, nelle mie conoscenze, nella mia incapacità di adattarmi alla mediocrità, al "meno peggio", alla superficialità...
1. All-or-nothing syndrome
[…] Love fiercely, or not at all; work 20 hours a day for days on end, or sit and procrastinate all weekend like it’s no one’s business. I cannot do middle of the road, at least not for any appreciable length of time. I’m not sure why. Could it be that we INFJs are simply wired to do things “with Passion or not at all”? Perhaps middle of the road feels like a stagnant approach to living? It seems bland, uneventful, uninspiring. […]
[…] INFJs seem to be on an eternal quest to find an endeavor or field of work that gives us that feeling of contributing to the greater good, of helping others, or of creating a legacy. I often feel I am “burdened with glorious purpose,” to quote Loki, but have no clue what that purpose is, nor how to find it. So when settling into an occupation or project, if I’m not feeling it, I invariably move on. I would rather escape and look for something else than pursue something that doesn’t stir up any emotion within me and/or restricts my capacity for personal and spiritual growth. […]
3. Perfectionism
In my entrepreneurial endeavours, if something doesn’t go as planned, or if people let me down, then the initial passion for the project wanes. People or companies just don’t live up to my (albeit I admit, too high) expectations and disappointment sets in. And lo and behold, I move on to the next project. As this happens more and more, I feel it reflects badly on me. Going from project to project, vision to vision, but seemingly unable to realize those visions and in turn struggle to make a living. Wrong people, wrong time. Or is it my fault in the way I’m doing business? Granted, I can be too soft and naive (believing the best in people), which invariably sets me up for disappointment. But I’ve made a promise to myself to never get too negative in my outlook. Rather, I try to see the positive lesson I need to learn from those experiences.
Consiglio caldamente la lettura degli articoli di questo bel sito a chiunque sia interessato a capire un po' di più se stesso e gli altri, è un passatempo rilassante e illuminante.
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sabato 29 luglio 2017
fuck you
E' una grande fregatura essere sensibili e gentili. Passi la vita facendo attenzione ad ogni parola, ad ogni gesto, che siano il più possibile delicati e calibrati e che non feriscano gli altri, fai attenzione a non disturbare e a non chiedere troppo (anzi a volte non chiedi proprio nulla), sei sempre pronto ad ascoltare e a farti carico dei problemi degli altri anche quando i tuoi sono altrettanto grandi e avresti una voglia immensa di veder ricambiato l'ascolto e la pazienza che offri. Fai buon viso a cattivo gioco le volte che i comportamenti e le parole degli altri ti feriscono perchè vengono usati a caso o perchè non c'è nemmeno un pizzico di buon senso, empatia e sensibilità... e la maggior parte delle persone che ti stanno attorno non ha la minima idea della fatica che c'è dietro a questo modo di fare indotto dalla sensibilità, non si rendono minimamente conto di quanto ti costi, ti vedono gentile e tranquilla e pensano che per te sia sempre tutto facile e bello. Però se una volta ogni mille sei meno attenta, meno gentile e meno disponibile, quale che sia il motivo - e magari di motivi ne hai parecchi e validissimi - ecco che sono tutti pronti a risentirsi e non te lo perdoneranno mai, perchè ai loro occhi tu DEVI essere quella sempre pacata, generosa, comprensiva, disposta a lasciar correre, anche quando vieni offesa, anche quando si ricordano di te solo se hanno bisogno di qualcosa e poi ti buttano da parte come uno straccio usato.
E allora sapete che vi dico? Invidio gli egoisti, gli stronzi e i prepotenti, quelli aggressivi che se ne fregano se quello che fanno e dicono disturba o ferisce gli altri, che pretendono anche quello che non gli spetta, che si incazzano per ogni niente, che urlano, che se non fai come vogliono loro ti tolgono il saluto, che credono di essere al centro del mondo e che gli altri siano al loro servizio, che chiedono - pretendono! - ma che non danno quasi mai niente in cambio, che prevaricano, che non rispettano...la loro vita è immensamente più facile e felice di quella delle persone sensibili! Perchè nessuno si azzarda a infastidirli, a prenderli in giro, a usarli quando gli fa comodo per poi buttarli via, nessuno si azzarda a non rispettarli, quando di rispetto ne meritano sicuramente di meno di quanto ne meriterebbero le persone che non farebbero del male a una mosca...
E allora sapete che vi dico? Invidio gli egoisti, gli stronzi e i prepotenti, quelli aggressivi che se ne fregano se quello che fanno e dicono disturba o ferisce gli altri, che pretendono anche quello che non gli spetta, che si incazzano per ogni niente, che urlano, che se non fai come vogliono loro ti tolgono il saluto, che credono di essere al centro del mondo e che gli altri siano al loro servizio, che chiedono - pretendono! - ma che non danno quasi mai niente in cambio, che prevaricano, che non rispettano...la loro vita è immensamente più facile e felice di quella delle persone sensibili! Perchè nessuno si azzarda a infastidirli, a prenderli in giro, a usarli quando gli fa comodo per poi buttarli via, nessuno si azzarda a non rispettarli, quando di rispetto ne meritano sicuramente di meno di quanto ne meriterebbero le persone che non farebbero del male a una mosca...
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mercoledì 14 giugno 2017
being friends with an introvert
Riemergo qualche attimo dal mio studio e posto una cosa che ho appena letto, un articolo con dei consigli su come coltivare il rapporto di amicizia con una persona introversa. In particolare mi ha colpita una parte dell'articolo: "Likewise, if you say it’s just going to be the two of us, don’t invite other people. It’s hurtful if we feel like we’re just another warm body in your extrovert entourage. We want to mean something to you, because if we’re friends, you mean a lot to us. We don’t let just anybody into our inner circle."
Quante volte mi è successo di mettermi d'accordo per uscire con un amico o un'amica con cui avevo particolarmente voglia di passare del tempo e di chiacchierare, di rilassarmi insomma, e di ritrovarmi di mezzo senza esserne stata avvisata una terza persona, o anche più persone. Ecco, questa cosa ha sempre avuto il potere di rovinarmi la giornata, la serata, il momento che mi pregustavo. Non costa niente chiedere se è possibile invitare qualcun altro, o al limite avvisare che ci sarà un ospite imprevisto, eppure praticamente nessuno lo fa. Ma perchè se io voglio passare del tempo con te, A., o con te, P., devo sorbirmi anche la presenza di amici tuoi che magari nemmeno conosco e di cui è facile che non mi importi granchè? Non è assolutamente vero che più si è e meglio è, a me non importa il numero, il "fare gruppo" che a tanti piace, mi importa poter passare del tempo di qualità con le persone a cui tengo e con cui mi trovo bene, e se c'è di mezzo un persona semi-sconosciuta è molto difficile che accada visto la mia natura introversa e timida.
Quindi se avete in programma di vedervi con una persona introversa ascoltate il consiglio: before you invite other people, check with us. We might be totally up for it (if we’ve got the energy) or we might not. Either way, we’ll feel respected. Il vostro amico introverso ve ne sarà estremamente grato :)
Quante volte mi è successo di mettermi d'accordo per uscire con un amico o un'amica con cui avevo particolarmente voglia di passare del tempo e di chiacchierare, di rilassarmi insomma, e di ritrovarmi di mezzo senza esserne stata avvisata una terza persona, o anche più persone. Ecco, questa cosa ha sempre avuto il potere di rovinarmi la giornata, la serata, il momento che mi pregustavo. Non costa niente chiedere se è possibile invitare qualcun altro, o al limite avvisare che ci sarà un ospite imprevisto, eppure praticamente nessuno lo fa. Ma perchè se io voglio passare del tempo con te, A., o con te, P., devo sorbirmi anche la presenza di amici tuoi che magari nemmeno conosco e di cui è facile che non mi importi granchè? Non è assolutamente vero che più si è e meglio è, a me non importa il numero, il "fare gruppo" che a tanti piace, mi importa poter passare del tempo di qualità con le persone a cui tengo e con cui mi trovo bene, e se c'è di mezzo un persona semi-sconosciuta è molto difficile che accada visto la mia natura introversa e timida.
Quindi se avete in programma di vedervi con una persona introversa ascoltate il consiglio: before you invite other people, check with us. We might be totally up for it (if we’ve got the energy) or we might not. Either way, we’ll feel respected. Il vostro amico introverso ve ne sarà estremamente grato :)
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