Questa sembra un po' cattivella ma è super veritiera. Non c'è niente come l'avere davanti una persona noiosa, insignificante, per far andare alle stelle la mia introversione. Ovvio che il trovare interessante o meno chi si ha davanti sia una cosa del tutto personale e soggettiva, ma se sono o sembro particolarmente silenziosa, riservata e "distante" forse non dipende sempre e solo dalla mia personalità...
introversa, altamente sensibile, in viaggio per ritrovarmi. Perchè non voglio mai più fare a meno di me stessa
giovedì 18 ottobre 2018
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sabato 6 gennaio 2018
yes, this is me
Ogni tanto mi piace leggermi qualcosa su Introvert, Dear, sito che trovo molto stimolante e allo stesso tempo "rasserenante", ricco di spunti di riflessione. Mi rispecchio in molti degli articoli che il sito propone, in particolare quelli che parlano della personalità INFJ (come ho già avuto modo di spiegare in passato). Tovare certe mie caratteristiche descritte così bene da perfetti sconosciuti è un balsamo per l'anima, mi riconduce a fare pace con me stessa e con il mondo nei momenti in cui mi sento più in difficoltà e incompresa, mi ricorda una volta in più che là fuori, da qualche parte, c'è qualcuno che mi capisce, che pensa e "funziona" come me, che ha gli stessi problemi e prova gli stessi sentimenti (e mi piacerebbe anche incontrare qualcuna di queste persone che mi assomiglia e mi capisce, ma finchè non succede mi accontento di sapere che esiste qualche mio simile da qualche parte 😏)
L'ultimo articolo che ho letto è 8 Peculiar Traits of the INFJ Personality Type e come al solito mi ci rispecchio davvero molto, in particolare i primi 3 punti. Ammetto che fa una certa impressione vedere descritti così bene tratti della mia personalità alquanto complessi e difficili da comprendere. In queste frasi c'è il nocciolo di tutta l'inquietudine che provo quasi quotidianamente, del bisogno di guardare oltre, di cercare qualcosa di più nelle persone, nei luoghi, nelle cose che faccio, nelle mie conoscenze, nella mia incapacità di adattarmi alla mediocrità, al "meno peggio", alla superficialità...
1. All-or-nothing syndrome
[…] Love fiercely, or not at all; work 20 hours a day for days on end, or sit and procrastinate all weekend like it’s no one’s business. I cannot do middle of the road, at least not for any appreciable length of time. I’m not sure why. Could it be that we INFJs are simply wired to do things “with Passion or not at all”? Perhaps middle of the road feels like a stagnant approach to living? It seems bland, uneventful, uninspiring. […]
2. The inability to settle
[…] INFJs seem to be on an eternal quest to find an endeavor or field of work that gives us that feeling of contributing to the greater good, of helping others, or of creating a legacy. I often feel I am “burdened with glorious purpose,” to quote Loki, but have no clue what that purpose is, nor how to find it. So when settling into an occupation or project, if I’m not feeling it, I invariably move on. I would rather escape and look for something else than pursue something that doesn’t stir up any emotion within me and/or restricts my capacity for personal and spiritual growth. […]
3. Perfectionism
In my entrepreneurial endeavours, if something doesn’t go as planned, or if people let me down, then the initial passion for the project wanes. People or companies just don’t live up to my (albeit I admit, too high) expectations and disappointment sets in. And lo and behold, I move on to the next project. As this happens more and more, I feel it reflects badly on me. Going from project to project, vision to vision, but seemingly unable to realize those visions and in turn struggle to make a living. Wrong people, wrong time. Or is it my fault in the way I’m doing business? Granted, I can be too soft and naive (believing the best in people), which invariably sets me up for disappointment. But I’ve made a promise to myself to never get too negative in my outlook. Rather, I try to see the positive lesson I need to learn from those experiences.
Consiglio caldamente la lettura degli articoli di questo bel sito a chiunque sia interessato a capire un po' di più se stesso e gli altri, è un passatempo rilassante e illuminante.
L'ultimo articolo che ho letto è 8 Peculiar Traits of the INFJ Personality Type e come al solito mi ci rispecchio davvero molto, in particolare i primi 3 punti. Ammetto che fa una certa impressione vedere descritti così bene tratti della mia personalità alquanto complessi e difficili da comprendere. In queste frasi c'è il nocciolo di tutta l'inquietudine che provo quasi quotidianamente, del bisogno di guardare oltre, di cercare qualcosa di più nelle persone, nei luoghi, nelle cose che faccio, nelle mie conoscenze, nella mia incapacità di adattarmi alla mediocrità, al "meno peggio", alla superficialità...
1. All-or-nothing syndrome
[…] Love fiercely, or not at all; work 20 hours a day for days on end, or sit and procrastinate all weekend like it’s no one’s business. I cannot do middle of the road, at least not for any appreciable length of time. I’m not sure why. Could it be that we INFJs are simply wired to do things “with Passion or not at all”? Perhaps middle of the road feels like a stagnant approach to living? It seems bland, uneventful, uninspiring. […]
[…] INFJs seem to be on an eternal quest to find an endeavor or field of work that gives us that feeling of contributing to the greater good, of helping others, or of creating a legacy. I often feel I am “burdened with glorious purpose,” to quote Loki, but have no clue what that purpose is, nor how to find it. So when settling into an occupation or project, if I’m not feeling it, I invariably move on. I would rather escape and look for something else than pursue something that doesn’t stir up any emotion within me and/or restricts my capacity for personal and spiritual growth. […]
3. Perfectionism
In my entrepreneurial endeavours, if something doesn’t go as planned, or if people let me down, then the initial passion for the project wanes. People or companies just don’t live up to my (albeit I admit, too high) expectations and disappointment sets in. And lo and behold, I move on to the next project. As this happens more and more, I feel it reflects badly on me. Going from project to project, vision to vision, but seemingly unable to realize those visions and in turn struggle to make a living. Wrong people, wrong time. Or is it my fault in the way I’m doing business? Granted, I can be too soft and naive (believing the best in people), which invariably sets me up for disappointment. But I’ve made a promise to myself to never get too negative in my outlook. Rather, I try to see the positive lesson I need to learn from those experiences.
Consiglio caldamente la lettura degli articoli di questo bel sito a chiunque sia interessato a capire un po' di più se stesso e gli altri, è un passatempo rilassante e illuminante.
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