Sono intelligente, ne sono consapevole e non mi vergogno a dirlo.
Ma questa intelligenza forse mi ha causato più problemi che benefici. Associata all'intelligenza c'è una sensibilità fin troppo spiccata e singolare, che mi permette di cogliere mille sfumature che ai più sfuggono, che mi fa sentire le cose, tutte le cose, in modo anche troppo intenso, a volte sono sopraffatta da un sovraccarico sensoriale di emozioni, domande, ricordi, scatenati da una canzone o un odore o un colore particolare o un raggio di sole o una foto o un rumore. Mi perdo dentro me stessa, nessuno mi ha insegnato a trovare la strada tra le mie sensazioni.
Associato all'intelligenza c'è anche un fortissimo desiderio/bisogno di conoscere, scoprire, sapere, capire che non sempre nel passato è stato appagato, lasciando un senso di vuoto e di incompletezza, di insoddisfazione, che persiste ancora adesso.
Capisco i sentimenti degli altri, intuisco quello che sta per succedere, trovo risposte che nessuno vede, ho il cervello costantemente invaso da domande che hanno senso solo per me... Spesso preferirei essere una persona normale, meno intelligente ma anche meno sensibile e meno fragile.
Finora posso dire che della mia intelligenza non me ne sono fatta granchè, se non c'è un ambiente adatto che possa permettere di coltivarla e farla fruttare, è quasi inutile averla...